Ristoratori catanesi non accettano la raccolta differenziata al centro: «Utilizzare criteri diversi»

I ristoratori catanesi uniti sotto l’associazione “Mio Italia” tuonano contro il Comune di Catania e non voglio accettare la raccolta differenziata nel lotto centro, avviata solo di recente. Secondo l...

A cura di Marco D'Urso
18 novembre 2022 18:03
Ristoratori catanesi non accettano la raccolta differenziata al centro: «Utilizzare criteri diversi»
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I ristoratori catanesi uniti sotto l’associazione “Mio Italia” tuonano contro il Comune di Catania e non voglio accettare la raccolta differenziata nel lotto centro, avviata solo di recente. Secondo la nota dell’associazione, i ristoratori dovrebbero avere regole speciali, potendo buttare ogni giorno quel che vogliono e senza rispettare il calendario della raccolta differenziata dettato dall’Amministrazione Comunale.

Di seguito il comunicato di Mio Italia: «L’umido e il vetro, per le attività legate alla ristorazione, va raccolto tutti i giorni della settimana in tutta Catania. Nell’umido ci sono gli avanzi del pesce, della carne o ogni altro materiale che marcisce e si deperisce rapidamente provocando una puzza pestilenziale. Per fare la raccolta differenziata nel centro storico servono parametri completamente diversi da quelli che stanno attuando ora».

Per i ristoratori catanesi la raccolta differenziata è follia: «Non siamo certamente profumerie o famiglie e quindi creare un sistema di raccolta unico e uguale per tutti è pura follia: con noi bisogna adottare criteri completamente diversi. Non solo, dalle 21 in poi, proprio quando la zona è piena di turisti, le strade del centro storico si riempiono di sacchi da raccogliere. Volete dirci che spettacolo stiamo dando ai visitatori? Affittare delle botteghe per conferire lì la spazzatura, in attesa che venga ritirata, è una idea assolutamente impraticabile. Inoltre visto che il comune di Catania, con la scusa del dissesto, non effettua la disinfestazione e derattizzazione delle strade da 5 vi è una pericolosa invasione di topi e insetti».

Il comunicato chiosa: «Stiamo annegando nella spazzatura e nella puzza, non possiamo stare sempre attenti a ogni aspetto legato all’igiene nelle nostre attività e, contemporaneamente, essere costretti a tenerci l’umido dentro. Non possiamo uscire i sacchi il mercoledì e il giovedì fino a mezzanotte e la stessa situazione si ripete il sabato e la domenica fino a mezzanotte, quando si può finalmente conferire l’umido: questo vuole dire che a pranzo e a cena la puzza è tremenda e molti potenziali clienti non vogliono nemmeno entrare nelle nostre attività. Ribadisco, quindi, che l’umido va raccolto ogni sera. Chi è che ha stabilito i giorni e gli orari? Sicuramente qualcuno che non ne capisce nulla di pubblici esercizi. Le botteghe del centro storico sono locali molto antichi e ovviamente non hanno spazi adeguati a conservare l’immondizia interno. Segnalazioni puntualmente disattese, occorrono cassonetti dotati di sistema per la lettura della scheda magnetica, come già avviene in molti comuni d’Italia, e non di affittare botteghe per metterci i rifiuti, visto che questo vorrebbe dire creare discariche abusive in pieno centro. Se non riusciamo a trovare una soluzione chiederemo l’accesso agli atti, secondo la legge sulla trasparenza, per capire le modalità e le tempistiche di questo appalto. In caso contrario siamo pronti a fare la differenziata noi stessi e a nostre spese, creando un consorzio autonomo, piuttosto che pagare la Tari inutilmente».

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