Famosissimo sito illegale per la PayTV sequestrato: fondamentale azione Polizia Postale Catania

Il sito che dava l’accesso illegale alla PayTv era uno dei più famosi se non il più famoso ma in seguito alle indagini della Polizia Postale di Catania il portale è stato oscurato e sequestrato assiem...

A cura di Marco D'Urso
30 novembre 2022 15:07
Famosissimo sito illegale per la PayTV sequestrato: fondamentale azione Polizia Postale Catania
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Il sito che dava l’accesso illegale alla PayTv era uno dei più famosi se non il più famoso ma in seguito alle indagini della Polizia Postale di Catania il portale è stato oscurato e sequestrato assieme al canale Telegram.

La Polizia Postale ha sequestrato ed inibito l’accesso al sito socceron.name, uno degli spazi virtuali più conosciuti che trasmetteva in live streaming tutti gli eventi sportivi ad accesso condizionato ed un canale Telegram che vendeva abbonamenti Iptv alle più note piattaforme come Netflix, NowTv e Dazn. Il tutto, secondo quanto accertato, era gestito in concorso da due persone, di 35 e 44 anni, residenti rispettivamente a Frosinone e Napoli, che ne avrebbero ricevuto i relativi proventi tramite false donazioni Paypal per eluderne il tracciamento e le relative investigazioni.

I due sono ritenuti “dediti alla commissione di attività delittuose in materia di illecita trasmissione di contenuti audiovisivi ad accesso condizionato”. Le indagini sono state svolte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Perquisizioni disposte dalla Procura di Catania ed eseguite dal personale dei Centri operativi Sicurezza Cibernetica di Catania e Napoli e dalla Sezione Operativa di Frosinone hanno portato al sequestro di diversi dispositivi elettronici, di numerosi account di posta elettronica, di pannelli reseller di IPTV, di diverse carte di credito e di 5.000 euro che erano su un conto Paypal riconducibile agli autori. Nei confronti degli amministratori del sito è stata anche adottata una sanzione amministrativa di 54.000 euro.

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