Una nuova falegnameria per dare lavoro ai più fragili: l’impegno solidale nel catanese

Una nuova realtà di aiuto sociale nasce nel catanese. Il capannone della nuova falegnameria della Cooperativa Sociale Rò la Formichina, realtà promossa dalla Comunità di don Oreste Benzi, verrà inaugu...

A cura di Marco D'Urso
06 ottobre 2022 15:48
Una nuova falegnameria per dare lavoro ai più fragili: l’impegno solidale nel catanese
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Una nuova realtà di aiuto sociale nasce nel catanese. Il capannone della nuova falegnameria della Cooperativa Sociale Rò la Formichina, realtà promossa dalla Comunità di don Oreste Benzi, verrà inaugurata martedì 11 ottobre alle ore 16 a Santa Venerina, in provincia di Catania.

All’evento saranno presenti il Vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, il Sindaco di Santa Venerina, Salvatore Greco, ed il Responsabile locale della Papa Giovanni XXIII, Primo Lazzari. Oltre alla possibilità di visitare i nuovi locali ed i lavori realizzati, sarà offerto un rinfresco con un catering formato da ragazzi provenienti dall’Istituto Penale Minorile di Acireale.

Il presidente della cooperativa e responsabile di una delle due case famiglia in paese, Marco Lovato, spiega: «In falegnameria non si trasforma solo il legno, ma anche il destino delle persone. In vent’anni di attività abbiamo inserito 15 ragazzi provenienti dal carcere minorile. I ragazzi con un passato di devianza si rendono conto di riuscire a fare molte cose e di non aver più bisogno di delinquere per sopravvivere. Inoltre vediamo la metamorfosi dei ragazzi arrivati dagli istituti penitenziari dopo aver lavorato al fianco di persone disabili. È la pedagogia che ci ha trasmesso don Oreste Benzi».

Chi sono gli ospiti e possibili futuri falegnami? A rispondere è sempre Lovato: «La cooperativa sociale Ro’ la formichina, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, nasce nel 2001 per rispondere ai bisogni educativi ed occupazionali dei ragazzi disabili. In poco tempo ci siamo aperti all’accoglienza dei ragazzi detenuti nei due carceri minorili di Acireale e di Catania, offrendo loro non solo periodi di tirocinio e borse lavoro, ma soprattutto competenze lavorative e prospettive nuove. Oggi nella falegnameria lavorano otto persone, tra cui due ragazzi con disabilità, un profugo scappato dalla guerra ed un carcerato che sta scontando la pena con misure alternative».

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