Caro bollette, per la Fipe Confcommercio Catania vi è serio rischio di finire in mano agli usurai

Il caro bollette sta colpendo ogni cittadino: che abbia metaforicamente una famiglia sulle spalle o un’attività. In questo gioco di aumenti e rincari sono diverse le proteste e le dichiarazioni di “mo...

A cura di Marco D'Urso
16 settembre 2022 12:40
Caro bollette, per la Fipe Confcommercio Catania vi è serio rischio di finire in mano agli usurai
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Il caro bollette sta colpendo ogni cittadino: che abbia metaforicamente una famiglia sulle spalle o un’attività. In questo gioco di aumenti e rincari sono diverse le proteste e le dichiarazioni di “morte imminente” degli esercizi commerciali. Una delle “proteste” più note è la vetrina in bolletta, con cui i ristoratori hanno fatto vedere ai clienti gli aumenti dei costi e qualcuno ha anche inserito questa voce nello scontrino.

A esprimersi sul caro bollette è stata anche la Fipe Confcommercio di Catania attraverso il presidente dei ristoratori catanesi Giovanni Trimboli, il quale mette in guardia dal rischio di cadere nelle mani degli usurai: «Stiamo risvegliando il mostro mafioso dormiente».

Per Fipe Confcommercio c’è l’ombra dell’usura sul dramma che ormai da tempo vivono le imprese, messe in ginocchio da bollette che, in alcuni casi, sono addirittura quintuplicate. Per alcuni si tratta dell’ultima spiaggia: «per non arrendersi alla tempesta che si sta abbattendo soprattutto sul settore della somministrazione».

La nota della Fipe Confcommercio continua: «In un momento storico come questo la criminalità trova terreno fertile tra le imprese in difficoltà a cui viene negato l’accesso al credito bancario. L’appello è ancora una volta al governo nazionale perché metta in campo tutti gli strumenti per affrontare questa emergenza. Siamo coscienti che è solo l’inizio di un duro braccio di ferro che ci vedrà contrapposti a chi sta speculando senza fare niente. Ci è stato detto che era il prezzo di mercato che cresceva. Una spiegazione riduttiva dal momento che si potrebbe intervenire su accise e Iva. Sarebbe inoltre auspicabile l’apertura di un tavolo di crisi nazionale per trovare anche soluzioni condivise con gli istituti di credito e non abbandonare al proprio destino chi non trova altra via d’uscita per non perdere i sacrifici di una vita».

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