Inchiesta “Doppio gioco” Guardia di Finanza: confiscati beni per 160 milioni di euro (NOMI E FATTI)

L’inchiesta riguardante le scommesse clandestine, con un giro illegale internazionale, ha condotto la Guardia di Finanza a confiscare beni a due individui per un totale di160 milioni di euro. Le due p...

A cura di Marco D'Urso
24 marzo 2022 18:14
Inchiesta “Doppio gioco” Guardia di Finanza: confiscati beni per 160 milioni di euro (NOMI E FATTI)
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L’inchiesta riguardante le scommesse clandestine, con un giro illegale internazionale, ha condotto la Guardia di Finanza a confiscare beni a due individui per un totale di160 milioni di euro. Le due persone sono indagate nell’ambito dell’inchiesta “Doppio gioco” della Procura di Catania su un giro internazionale di scommesse clandestine.

Il provvedimento è stato eseguito dal comando provinciale di Catania e dal Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza. I soggetti coinvolti sono Francesco Catacchio e Antonio Di Marzo, indagati per associazione per delinquere, raccolta di scommesse clandestine, riciclaggio, truffa allo Stato ed evasione fiscale con l’aggravante del reato transnazionale.

È il primo esito processuale di una complessa attività investigativa, svolta dal nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania e dallo Scico, sfociata, in un’ordinanza – eseguita nel marzo del 2021 in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia e Germania, Polonia e Malta – con cui il Gip aveva disposto misure cautelari nei confronti di 23 indagati. Ad alcuni di loro è stata contestato di avere favorito gli interessi dell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.

Per la Guardia di Finanza sarebbe stata “delineata l’esistenza di una stabile organizzazione della società maltese in Italia, che, dal 2013 al 2016, ha conseguito ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e ha omesso la dichiarazione dell’imposta sulle scommesse per circa 30 milioni di euro”. Secondo la Procura di Catania “solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e pagata in contanti”. Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie sul territorio nazionale, e i proventi dell’evasione sarebbero poi affluiti nei conti di una società maltese e, da lì, sarebbero stati ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia-Romagna) e in Germania.

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