Denunciate estorsioni a Catania: sedici arresti tra cui vertici clan “Pillera-Puntina”

Una delle più note pasticcerie di Catania taglieggiata, un panificio devastato durante un raid punitivo con aggressione e minacce di morte, prestiti ad usura con tassi del 10 per cento al mese. Queste...

A cura di Marco D'Urso
11 gennaio 2022 18:49
Denunciate estorsioni a Catania: sedici arresti tra cui vertici clan “Pillera-Puntina”
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Una delle più note pasticcerie di Catania taglieggiata, un panificio devastato durante un raid punitivo con aggressione e minacce di morte, prestiti ad usura con tassi del 10 per cento al mese. Queste sono alcune delle attività criminose messe in atto dalla cosca “Pillera-Puntina” di Catania.

Il quadro emerge dalle indagini della polizia che, con l’operazione “Consolazione”, ha arrestato 16 persone, tra esponenti di vertice e affiliati alla cosca, anche grazie alla collaborazione delle vittime che hanno denunciato. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo anche i presunti vertici della cosca ‘Pillera-Puntina’, come Giacomo Maurizio Ieni, che secondo collaboratori di giustizia regge il clan, e Fabrizio Pappalardo, indicato come il capo del ‘gruppo del Borgo’, che opera in piazza Cavour nel rione ‘Consolazione’, da cui ha preso nome l’operazione della polizia.

Le indagini sono state avviate nel 2015 e hanno fatto luce anche sulla richiesta a uno dei titolari di una delle più note e rinomate pasticcerie di Catania, costretto a versare 5.000 euro, in due rate, per le feste di Natale e Pasqua, a consegnare nel tempo a esponenti del clan 12 ceste natalizie e praticare per loro “sconti” sugli acquisti.

Sorte diversa è toccata al titolare di un panificio, cui attività è stata devastata da un raid per fare pagare al titolare la “liquidazione” che sarebbe spettata alla figlia di un appartenente al clan che lì aveva lavorato, colpendo con dei caschi alla testa due dipendenti presenti.

La Procura di Catania ha diffuso la seguente nota: «Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal Gip dovranno trovare conferma in esito al procedimento penale che verrà instaurato nel contradittorio tra le parti, come legislativamente previsto».

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip Pietro Currò, su richiesta dei sostituti procuratori Antonella Barrera e Assunta Musella del mio gruppo della Dda coordinato dall’aggiunto Ignazio Fonzo, su indagini avviate nel 2015 dalla sezione reati della squadra mobile della Questura sulla cosca catanese che fa capo allo storico capomafia detenuto Salvatore Pillera.

In carcere sono stati condotti: Giacomo Maurizio ‘Nuccio’ Ieni, di 65 anni, indicato come il ‘reggente’ della cosca, Fabrizio Pappalardo, di 55, ritenuto il capo del gruppo del Borgo, Nicola Cristian Sebastiano, di 37, Carmelo Faro, di 52, Angelo Magni, di 58, Francesco Nicolosi, di 52, Roberto Pappalardo, di 51, Vittorio Puglisi, di 62, David Massimo Puleo, di 50, Giovanni Recupero, di 51, Fausto Russo, di 33, Tommaso Orazio Maria Russo, di 65, Giuseppe Saitta, di 54, Giacinto Sicali, di 57, e Giacomo Pietro Spalletta, di 61. Agli arresti domiciliari è stato posto Carmelo Podestà, di 36 anni. L’ordinanza è stata emessa dal Gip Pietro Currò, su richiesta della Dda di Catania, su indagini della squadra mobile della Questura.

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