Polizia confisca l’auto, lui la rottama per non pagare e non cederla alla Prefettura (I FATTI)

Gli agenti del Commissariato di Adrano hanno indagato in stato di libertà un uomo di 28 anni, responsabile del reato di distruzione di cose sottoposte a sequestro. Pur in pieno torto ed essendo un pos...

A cura di Marco D'Urso
11 ottobre 2021 15:27
Polizia confisca l’auto, lui la rottama per non pagare e non cederla alla Prefettura (I FATTI)
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Gli agenti del Commissariato di Adrano hanno indagato in stato di libertà un uomo di 28 anni, responsabile del reato di distruzione di cose sottoposte a sequestro. Pur in pieno torto ed essendo un possibile rischio per gli altri automobilisti, l’uomo ha fatto una scelta drastica nell’ingenuo gesto di voler danneggiare lo Stato, anche se in fondo ha recato danno solo a sé stesso.

Ad aprile dello scorso anno gli agenti avevano fermato l’uomo alla guida della sua auto (Lancia Y) per controllarne i documenti. Nel più classico (e triste) degli scenari, il ventottenne non possedeva la copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi della propria auto facendo procedere i poliziotti al sequestro, nominando il proprietario in qualità di custode della propria autovettura e, come da prassi, affidandogli il mezzo affinché lo tenesse a disposizione dell’Autorità amministrativa, sin al momento dello svincolo, che sarebbe avvenuto previo pagamento della sanzione.

Dopo oltre un anno, il Commissariato ha effettuato degli accertamenti al riguardo scoprendo che l’adranita non ha mai avuto intenzione di pagare ma anzi ha aggravato la sua situazione. L’uomo aveva ceduto il veicolo a un operatore, che si occupa della raccolta di materiale ferroso, per procedere a una rottamazione “sottobanco”.

La decisione di distruggere la propria auto anziché pagare è divenuta ancora più deleteria per il ventottenne nel momento in cui, scaduti i termini per il pagamento della sanzione e considerato che avverso il provvedimento di sequestro non era stato proposto alcun ricorso, l’autovettura è stata confiscata dalla Prefettura. Per questo reato contestato, il codice penale prevede la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 51 euro a 516.

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