Archi della Marina di Catania, Storia e Curiosità di Un'Icona Monumentale Catanese

Scopri la storia e le curiosità degli archi della marina di Catania, uno dei monumenti più importanti della città!

A cura di Simona Lo Certo
24 febbraio 2024 10:00
Archi della Marina di Catania, Storia e Curiosità di Un'Icona Monumentale Catanese
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Archi della Marina di Catania: uno Dei Monumenti Più Importanti della Città

Chi è nato e cresciuto a Catania avrà sicuramente canticchiato almeno una volta nella sua vita la canzoncina che fa: Sutta l’ Acchi da Marina, sciddicau ‘na signurina, sciddicau ‘cche jammi apettie si ci visti u trentasetti. Questa orecchiabile e ironica cantilena fa riferimento ad uno dei luoghi più antichi e vissuti del capoluogo etneo, a tutti noto come “gli Acchi ra Marina”.

Il possente viadotto sul quale passa il treno è visibile a chi giunge o lascia Catania, a chi passa per andare al centro o alla Playa o a chi li attraversa per raggiungere la Vecchia dogana e a tutti i catanesi che, ogni giorno, per diversi motivi, percorrono la trafficata via Cardinale Dusmet e, per un istante quasi istintivamente, girano lo sguardo come per salutare questa imponente icona catanese. Gli Archi della Marina di Catania affascinano proprio tutti con la loro massiccia successione ininterrotta di 56 archi in muratura, dalla doppia tonalità di grigio Basalto e Avorio, che genera il contrasto tipico della zona etnea e che li rende ancora più pregiati e monumentali. La forma a “S” coricata degli Archi della Marina tratteggia una serpentina sinuosa che parte dal porto e si estende oltre la Porta Uzeda, costeggiando la popolare Pescheria di Catania.

Archi della marina

Ma qual è la storia della costruzione degli Archi della Marina di Catania?

Continua a leggere per scoprirla!

Archi della Marina di Catania: la Costruzione dell’Ingente Viadotto Ferroviario

Il progetto e la realizzazione degli Archi della Marina di Catania si devono all’ingegnere francese Enrico Petit, che insieme a Lorenzo Maddem diede vita all’imponente e maestoso viadotto ferroviario sulla quale passava la linea Catania-Siracusa. La storia narra che, per realizzare l’ingente opera urbana, si dovette procedere alla rimozione della Chiesa del Cristo Ritrovato che si trovava nella zona dell’attuale Piazza dei Martiri. Sebbene l’ingegnere Petit propose di cambiare luogo, alla fine, il sindaco decise di realizzare l’opera vicino al porto, proprio per facilitare il passaggio della linea ferroviaria e congiungere così la città alle zone vicine, passando sopra l’acqua del mare. Inaugurata il 1°luglio del 1869, l’opera fu finanziata soprattutto da fondi stranieri.

Riflettendo sulla storia degli Archi della Marina di Catania, verrebbe proprio da dire “quanta acqua ne è passata sotto al ponte”; anche se, a guardarli bene oggi, non si pensa che, in passato, i suoi architettonici pilastri fossero bagnati dal mare. Basti pensare che, prima degli anni Trenta, questa zona conosciuta anticamente come Porticello Saraceno rappresentava un importante punto di snodo e di scambio commerciale cittadino: era proprio qui che l’acqua del mare arrivava fin sotto i muri del Palazzo Biscari e bagnava il suolo dove oggi si trova l‘altarino di via Porticello e dove si vede solo asfalto lavico che ricopre l’intera area sottostante gli Archi della marina. In seguito ai lavori di ampliamento del Porto, infatti l’acqua dell’antica marina venne ricoperta per fare spazio alle trafficate strade cittadine e al piazzale Crispi.

E adesso, continua a leggere se vuoi scoprire alcune curiosità sugli Archi della Marina!

Archi della Marina di Catania: Qualche Curiosità

Nel tempo, l’allontanamento dell’acqua dal centro della città e dagli Archi della Marina ha permesso prima ai senzatetto di trovare un rifugio dove poter vivere e poi ai numerosi parcheggiatori abusivi di scoprire una rendita per sopravvivere. Ed è proprio da qui che nasce l’espressione “stari sutta l’acchi ra marina” che a Catania si usa per indicare una situazione di disagio e di miseria o quando ci si lamenta e si ha voglia di scappare di casa. Insomma, in ricchezza o in povertà, il catanese trova sempre la scusa per farci una capatina.

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