Albanese espulso dall’Italia tenta di rientrare utilizzando il cognome della neo moglie italiana

L’Ufficio Immigrazione della Questura di Catania ha proceduto all’arresto del cittadino albanese F.A. di ventinove anni, precedentemente espulso per aver fatto rientro nel territorio nazionale prima d...

A cura di Marco D'Urso
09 febbraio 2021 20:02
Albanese espulso dall’Italia tenta di rientrare utilizzando il cognome della neo moglie italiana
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L’Ufficio Immigrazione della Questura di Catania ha proceduto all’arresto del cittadino albanese F.A. di ventinove anni, precedentemente espulso per aver fatto rientro nel territorio nazionale prima dei termini previsti. L’uomo in seguito all’espulsione ha fatto venire in Albania una catanese per sposarla e rifare tutti i documenti utilizzando il cognome italiano della donna.

L’albanese con una calma olimpionica si era recato presso l’Ufficio Immigrazione per presentare istanza di permesso di soggiorno per motivi di famiglia, in quanto coniugato con una cittadina italiana. I controlli incrociati con le banche dati hanno permesso in breve tempo ai poliziotti del Front Office, con l’ausilio della Sezione Espulsioni, di verificare la vera identità del cittadino albanese.

Nel 2019 l’uomo era stato espulso dal territorio italiano dal Prefetto di Siracusa con accompagnamento coatto alla frontiera marittima di Brindisi. Senza arrendersi nemmeno per un attimo, il ventinovenne tornato in Albania ha chiesto immediatamente a una cittadina catanese di raggiungerlo. Unitisi in matrimonio, l’albanese non ha perso tempo a far trascrivere alla donna l’avvenuta unione civile in un comune siciliano mentre, contestualmente, procedeva al cambio delle proprie generalità declinando il cognome della moglie come consentito dalla legge anagrafica albanese (il marito può assumere il cognome della moglie sostituendolo al proprio).

Aggiornati tutti i documenti, l’uomo ha richiesto un nuovo passaporto dall’Albania per tentare il rientro in Italia anzitempo. La condotta avuta dall’albanese dimostra una forte volontà a violare la normativa italiana, tanto da non attendere il buon esito della pratica per intrufolarsi nuovamente nel territorio italiano. La normativa indica che, in seguito a un’avvenuta espulsione coatta, bisogna attendere cinque anni e un’autorizzazione speciale del Ministro dell’Interno per rientrare. L’albanese è stato tratto in arresto e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha proceduto alla convalida.

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